Emergenza sangue nel Lazio: il ruolo di Avis Regionale
L’associazione affronta da anni la carenza di sangue nella regione: a fronte di 26mila sacche mancanti, per la prima volta non avrà giovani in Servizio civile
«Avis regionale Lazio può dare un contributo imprescindibile per il superamento dell’emergenza sangue nel Lazio». Sono parole di Renzo Briganti, Presidente dell’associazione.
L’emergenza sangue nel Lazio si riassume in due dati: mancano all’appello 26mila sacche di sangue, secondo quanto ha dichiarato in questi giorni alla stampa Antonio D'Urso, Responsabile del Centro regionale sangue, che devono essere acquistate in altre regioni con una spesa annua di 6 milioni di euro, in base alle dichiarazioni del Presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta su errori e disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando.
Un’emergenza che «Avis regionale solleva e affronta da tempo», continua Briganti, che rivendica la «capacità fondamentale propria del volontariato di anticipare il bisogno e garantire risposte percorribili e coerenti con i territori di riferimento, nell’unica regione italiana non autosufficiente».
Avis regionale Lazio conta ben 190 sedi comunali e 5 provinciali. Grazie al lavoro costante di queste strutture, la raccolta sangue sfiora le 80mila sacche di sangue l’anno (circa il 60% dell’intera raccolta regionale).
La crescita annua in termini di donatori e donazioni è del 6-7%, per un totale di oltre 57mila soci.
Si tratta di numeri importanti che per Briganti «dovrebbero costituire il vero valore aggiunto nella gestione ematica regionale, una risorsa su cui contare e da valorizzare, in un’ottica di welfare di comunità che punti sulla risorsa volontariato».
Un ruolo nonostante il quale, insiste con preoccupazione Briganti, «la Regione Lazio ha quest’anno, per la prima volta, bocciato tutti i progetti di Servizio civile presentati dall’associazione. Per cui Avis non potrà contare sui giovani in SCN, che hanno sempre rappresentato per l’associazione una scelta vincente, che ha formato nel tempo nuovi collaboratori, ha garantito supporto nella raccolta sangue e nella gestione dei donatori alle sedi più piccole e decentrate». E soprattutto «ha permesso all’associazione di portare avanti i suoi obiettivi di sensibilizzazione, con ricadute importanti in termini di donazioni e di coinvolgimento dei gruppi familiari e amicali del donatore».
Nel Lazio i punti in cui è possibile chiedere informazioni e donare il sangue sono capillarmente distribuiti sul territorio, in modo da essere facilmente raggiungibili da tutti.
Tutti gli indirizzi, gli orari ed i contatti sono disponibili sul sito www.avislazio.it.
Per informazioni
IL PRESIDENTE